lunedì 21 marzo 2011

Parliamo di lavoro ?

E come si fa.
Pur in questo momento di cambiamento per me importante non posso rimanere indifferente a quanto sta accadendo. I miei problemi e le mie preoccupazioni in confronto assumono l'importanza - ed il senso - di una partita del monopoli giocata il sabato pomeriggio.

A distogliermi dalla scelta dei colori delle mie Polo, dai lavaggi e dettagli dei miei adorati jeans e dalla fondamentale scelta dell' arredamento del mio ufficio - tutte cose che solo a citarle mi sembrano davvero delle puttanate da adolescente - è la evidenza che pur in un mondo in evidente ed inarrestabile cambiamento, c'è chi crede ancora che il sopruso, la prepotenza, la cara vecchia e collaudata legge della giungla, possano rappresentare il giusto metodo mediante il quale ottenere i risultati. Incredibile.
Se già 20 anni fa - era il 1990 - erano imbarazzanti gli Stati Uniti che dichiaravono di trasportare nella loro stiva bombe la democrazia, ora - in vent'anni il mondo non è solo cambiato, è completamente un'altra cosa - la clamorosa rispolverata del motto libertè, egalitè ecc. ecc. di Sarkozy è assolutamente impossibile da accettare e più che sorridere ci fa veramente incazzare.

E' talmente evidente che trovandoci alle prese con il gigante statunitense spompato da troppe guerre e debiti e non più in grado di fare da gendarme del mondo ( chi controlla il controllore ? ) c'è già c'è chi è pronto ad approfittarne. Ecco quindi la Francia coniglio che esce dal cappello, che, pur ricondotta da tempo entro i suoi confini, ha conservato intatta la sua Grandeur, la Francia che ha le portaerei, la Francia con le bombe atomiche - ma cosa se ne fanno dico io - e che vuole quindi accapparrarsi il posto al sole, rilanciare quella corsa al colonialismo che un tempo la fecero grande.

Ma guardate che è cambiata la musica.
Io dico che non andrà così, sono convinto che il mondo - cioè noi - sia oramai oltre queste cose e che chi si comporterà in un certo modo verrà castigato dal suo stesso popolo.
La
Révolution adesso corre attraverso la rete, le televisioni indipendenti, una informazione che arriva chiara e senza censura; non sono più i tempi nei quali si potevano fare i propri comodi e raccontare balle attraverso "gli organi di stato". Gli affari sporchi sono in piazza in tempo reale e quindi di dominio e dibattito pubblico. La ditta Sarkò & co. deve tenerne conto altrimenti non resterà a lungo al governo e chi come lui perseguirà un obiettivo che non sia il bene comune - e non sta a lui decidere che cosa è il bene comune - farà la stessa fine.
Chi di libertà ferisce di libertà perisce. Cio' che è successo in Africa può succedere benissimo anche da noi.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Caro Davide.
Interessante il tuo articolo.
Pero' secondo me il mondo non e' tutto come lo viviamo noi, specialmente nei paesi mussulmani dove ci sono ora le rivolte, internet e le informazioni sono state controllate. Durante le proteste sono internet ed i cellulari sono stati bloccati, da quei governi totalitari, per cui gli affari sporchi non venivano alla luce.
Dobbiamo batterci perche' quello che e' successo la', non succeda anche nei nostri paesi, che nessuno si permetta di filtrare o bloccare il traffico o un sito internet,

Davide Nicola Pizzolato ha detto...

Ciao Nik,

Da noi ci pensa Beppe Grillo, non so se la cosa fa ridere, dà fiducia o dipesrazione. In ogni caso mi sembra che - o sono mooolto bravi, tipo Matrix - o per il momento sembra che ci sia libertà di opinione...