martedì 27 luglio 2010

L' altra metà del cielo indaco

> guarda sempre più a haenG. Dai reports delle vendite salta subito all'occhio che molti clienti hanno inserito nei loro ordini le taglie destinate alla vendita boy-friend fit, vale a dire pantaloni da uomo destinati al pubblico femminile. Sarà perchè è il suo momento ( almeno così mi dicono, io di tendenze non capisco niente ) o forse perchè alle donne piace e basta, ed è quello che preferisco pensare io. E’ un altro esempio di come oramai haenG stia prendendo la sua strada in completa autonomia decidendo da solo ( o da sola… ) cosa fare e quando farlo. Dai primi pantaloni “rubati” dalla sala prove o dalle taglie basse maschili delle stagioni scorse ci ritroviamo ora senza accorgercene a proporre le taglie 27 e 28 destinate specificatamente al gentil sesso.
A brevissimo quindi l’inevitabile e graditissima ( specialmente in fase di fitting ! )presentazione del primo vero e proprio woman haenGstyle…

The other half of the indigo sky is looking more and more at haenG.
Sales reports prove that many clients have ordered jeans in sizes aimed at the boyfriend-fit market, which means men's pants for women. It could be because now it's the right moment (at least that's what I'm told, I don't really get trends) or because women just love them, and this is what I prefer to believe.

This is just another example of how haenG is creating its own path completely independently, deciding on its own what to do and when to do it.
From the first pants taken from the sample room, or the lowest men sizes of the past seasons, we are now creating sizes 27 and 28 specifically aimed at the female market.

Very soon, therefore, we will introduce the inevitable and very pleasant (especially in the fitting stage....)
first real woman haeGstyle.

venerdì 23 luglio 2010

denim no logo - boxe no logo


no logo warriors

Italia, finlandia, Stati uniti... i primi haenG sono partiti, pronti a combattere la battaglia contro il nemico peggiore: il brand....




mercoledì 21 luglio 2010

Tabella misure

E questa è la tabella misure in stop motion.
L'operazione è semplice: prendete il pantalone che ha una larghezza di vita corretta per voi >> vale a dire che se vi piace "giusto" sta su senza cintura mentre se vi piace morbido vi cade un po' giù e si appoggia sui fianchi >> appoggiate sul tavolo con la cintura dritta, senza sorriso - per "sorriso" si intende quando la parte anteriore disegna un semicerchio rispetto alla posteriore >>> si misura la larghezza del pantalone senza tirare >>> si prende la tabella e si individua la taglia corrispondente.
Noi preferiamo indossare e vedere haenG con una 1/2 taglia in più, vale a dire una vestibilità morbida e rilassata, va tenuto conto comunque che il denim tende a "mollare un po' " quindi se, ad esempio, il vostro pantalone misura 45 cm giusti giusti io prenderei una 33.
haenG ha una vestibilità regolare, senza estremismi, i fondi tendono a non essere assolutamente larghi, essendo sui 19 / 20 cm, il cavallo monta bene - vale a dire che non è low crotch > la cintura è sagomata ( un lusso parlando di uomo ) e quindi appoggia bene e non "sbocca". Il fianco è dritto, ottimizzato per l'utilizzo dei tessuti cimosati.


Haeng fitting video

Navigatori solitari, anime del web, atleti dell'acquisto online : ecco il video che vi dirà come farvi aiutare dal vostro jeans preferito - ma ormai un po' liso e vecchiotto - per individuare la taglia haenG che fa per voi.

venerdì 16 luglio 2010

Settimo Cielo

Ho conosciuto Andrea qualche giorno fa.
E' bello quando le cose succedono in maniera spontanea, quando le persone "creano" le occasioni e le occasioni diventano progetti.
Settimo Cielo vale haenG. Per come la leggo io Andrea è una persona di passione prima che di carne ed ossa, ha creato Settimo Cielo in un momento che nessuno avrebbe avviato un progetto commerciale e gli ha dato un nome che le dice lunga sullo stato d'animo che alberga in questo giovane uomo. Adesso che le nostre strade si sono incrociate, che le nostre mani si sono strette, il massaggio di haenG passa anche attraverso le le immagini, le ispirazioni e le parole di Andrea.
Ho scelto di riportare per intero questo pezzo, che trovate anche nel suo blog, proprio perchè Andrea è evidentemente dotato di quella sintesi che a me invece fortemente manca. Ecco come spiega lui il concetto e la forza del no logo, un pezzo limpido, deciso, fonte di ispirazione per tutti i no logo warriors... :

Cos’è il NO LOGO?
In pratica si produce qualsiasi genere di oggetto che non ostenta un’etichetta, ci si limita con le iniziative pubblicitarie al minimo indispensabile, si produce con una grande attenzione al design (e al fitting nel caso di HaenG jeans), con un occhio attento all’impatto ambientale dei suoi oggetti (HaenG produce tutti i suoi prodotti in un raggio di 80 km) e si vende nei NEGOZI DI RICERCA sparsi con parsimonia in tutta Europa.

L’ossessione per il marchio – praticamente assente su tutti i prodotti HaenG – ha messo in secondo piano il vero motivo per cui si dovrebbe scegliere di acquistare un oggetto piuttosto che un altro: la sua effettiva utilità e funzionalità. Il sicuro successo di HaenG sarà sicuramente un mistero per tanti professionisti del marketing tutti presi a GLORIFICARE i marchi che amministrano come se fossero vessilli di qualche divinità e non semplici nomi di aziende. HaenG sarà in definitiva un caso di studio che dovrebbe far riflettere sia gli imprenditori che i consumatori.

giovedì 15 luglio 2010

Product philosophy


Allora: siamo in campagna vendita. Un negozio mi dice" la collezione mi piace ma perchè devo inserire il tuo quando ho già un prodotto ad prezzo decisamente inferiore che esce a badilate ?" La definizione "badilate" la trovo particolarmente adatta. La mia è una esternazione dettata dalla rabbia per una mancata vendita ? Anche, però. Lasciando perdere il fatto che i prodotti sono MOLTO diversi, ma a quanto pare il cliente questo non lo coglie - voglio chiarire alcune differenze che evidentemente non sono ben rappresentate e quindi comprese e valutate.
Dunque. Dato che con le parole si fa fatica, lavoriamo allora per esempi: cos'è l'agricoltura biologica ? Andiamo su Wikipedia che dice:

"L'agricoltura biologica è un tipo di agricoltura che considera l'intero ecosistema agricolo, sfrutta la naturale fertilità del suolo favorendola con interventi limitati, promuove la biodiversità dell'ambiente in cui opera ed esclude l'utilizzo di prodotti di sintesi (salvo quelli specificatamente ammessi dal regolamento comunitario) e organismi geneticamente modificati."

Io partirei da qui per compiere un percorso: Esistono le mele ed esistono le mele biologiche. Questo può essere inteso come : esistono prodotti finti ed esistono prodotti veri, vale a dire di contenuto. Non a coso le mele e le fragole biologiche sono molto meno appariscenti, grandi, belle e colorate di quelle "standard".

Andiamo avanti. Anche nel nostro caso specifico - l'abbigliamento - esistono due gruppi : i capi "finti" vale a dire o prodotti logati che di concreto spesso non portano niente - e se lo portano se lo fanno strapagare - o prodotti massificati che hanno nel prezzo la loro unica qualità, mentre la qualità, quella vera, si rispecchia appunto nel basso prezzo.

Esistono poi capi di abbigliamento che... portano. Una volta il logo era un segnale di qualità. C'era il sarto che cuciva l'etichetta del tessuto utilizzato sulla manica della giacca, ma attenzione, non per "apparire" ma per dichiarare una qualità VERA.

Da "Storia del Logo" : Se andate da un Antiquario, gli chiedete di mostrarvi delle teiere d'argento e di motivarvene la qualità, lui vi farà osservare che sul fondo della teiera sono impressi i vari marchi di chi ha partecipato alla realizzazione. Ecco quindi che appariranno i simboli del produttore dell'argento, di chi ha disegnato la teiera, dell'artigiano che l'ha effettivamente realizzata nonchè quello dell'acquirente, vale a dire il negoziante. Questa era la qualità. Una volta.

Con il tempo sono cambiati i parametri e per dirla secca con due - belle - parole di un negoziante : un cartellino con del tessuto attaccato.

Don Chisciotte prima di noi ? Speriamo di no. Togliere il logo significa rifiutare chi ci ha offerto di mettere il logo in discoteca, sui motoscafi o sui bordi dei campi da rugby. La coerenza vale tanto e tanto si paga, è cosa rara e quindi costa. Scegliere di produrre in Italia - ma più che in Italia preferisco dire "qui vicino", "sotto controllo" a Verona - che il made in Italy fine a se stesso è una buffonata - dicevo produrre in Italia significa pagare un capo finito 20 euro invece che i 7 dollari canonici. Tutte queste cose poi finiscono nel capo e si incontrano in negozio con un prodotto logato, massificato e a basso prezzo. Il negoziante non coglie la differenza, non la trasmette al cliente e quindi la mela che costa 1 euro è uguale alla mela che costa 20 cents e la battaglia è persa...

Cosa fare quindi ? Informare. E' quello che stiamo provando a fare. Dobbiamo essere belli ? Per alcuni lo siamo. Dobbiamo essere bravi ? Ma siaaamo bravi, ce la mettiamo sempre tutta. Ok... dobbiamo.

Però, per favore, voi dovete pensare anche a cosa mangiate quando comperate un hamburger per un euro...

domenica 11 luglio 2010

Scè

C'è una cosa che faccio nelle occasioni speciali. Ai più, consultare gli Oracoli può sembrare una cosa sciocca, ingenua. Per quel che mi riguarda, essendo il responso mai una profezia vera e propria ma piuttosto una specie di parere esterno, mi approccio alla saggezza de I-CHING con grande rispetto.
Per chi non lo conoscesse questo Oracolo è stato composto grazie alla saggezza millenaria dei contadini cinesi, una visione della vita che nasce dalla osservazione e condivisione dei cicli della natura e del naturale appunto evolversi ed alternarsi delle cose.

Yin e Yang sono concetti conosciuti a tutti: il pieno ed il vuoto, bene e male, fortuna e sventura che si alternano componendo un equilibrio che per una ragione che potremmo definire divina è necessario all' esistenza del Tutto ed alla sua continuità...

Discorsi che rischiano di finire nel misticismo o peggio prendere una piega supersitiziosa. In realtà ciò che personalmente mi colpisce ed affascina è quanto questo parere esterno in realtà si adegui sempre alla perfezione alle situazioni contingenti... ad esempio, adesso che stiamo partendo con la prima vera campagna vendite il responso è stato un ideogramma che corrisponde al vocabolo Scè... molto istruttivo...


Ready to go

Collezione pe 2011 consegnata ai colleghi della vendita. E' stato come fare un piccolo tour e suonare i pezzi nuovi in anteprima per gli amici .
In effetti è un po' così anche per noi che facciamo stracci: è una questione di trovare le giuste assonanze con lo spirito che la gente ha in questo momento. Oh... speriamo che suoni bene...

giovedì 8 luglio 2010

As jimy done...


Quando il rapporto è viscerale, forte si vive e ci si nutre di amore profondo e odio distruttivo.

Jimi hendrix brucia la sua chitarra: rabbia, disperazione, la distruzione, l'annientamento per cercare la libertà da questo sentimento che ti sovrasta e domina o piuttosto amore e sacrificio come Mosè che offrì la vita di suo figlio a Dio ?

Nella geografia dei sentimenti la via della passione si incrocia spesso con la dedizione assoluta, pensieri fissi, ostinazione, rabbia, amore e odio. Ancora Mosè, oggetto, anzi soggetto di una scultura del grande Michelangelo, Mosè che da pietra diviene Opera e lì però si ferma, perchè è privo di vita, inanimato, viene colpito con rabbia da chi tanto lo aveva concepito e amato da pretendere di renderlo vivo. Amore e passione che si trasformano in rabbia, frustrazione, risentimento sino a sfociare in violenza distruttiva.

A volte idealizziamo troppo e trasferiamo nelle persone i nostri desideri e nelle cose le nostre aspirazioni. Michelangelo interrogò senza speranza una pietra e forse Jimi voleva solamente che la sua chitarra cantasse per lui.

Li capisco. Io mi aspetto che i pantaloni di haenG, tanto amore ci ho messo, raddrizzino le gambe e se ne vadano a spasso così come fecero le scope in un celebre film di topolino. Meglio che non succeda visto come finì in quel film, certo è che a volte davvero li attaccherei ad un muro...