E’ con questa idea fissa in testa che in questi giorni mi sono preparato. Esiste qualcosa che non ho previsto ? Un elemento insignificante, marginale, un granello di sabbia che mi sfugge e che potrebbe generare una incongruenza, il paradosso che il detective, ops il direttore coglierà e sul quale incentrerà la sua opera investigativa scavando fino ad incrinare, far vacillare e poi demolire definitivamente il castello di carte che ho ingenuamente costruito ?
Consegnare il mio destino, anzi fortunatamente si tratta di solo uno dei miei destini, nelle mani di un colletto bianco non mi piace. Non so nemmeno chi mi troverò davanti. Effettivamente la mie esperienze in materia mi hanno sempre tragicamente confermato quanto anche nel settore degli investimenti si tenda ad essere estremamente critici nei confronti di chi invece che affidarti dei soldi te li chiede. Non esistono poi nemmeno più quei bei direttori di una volta, parroci atei di paese che bonariamente ti ascoltavano e poi ti accoglievano nelle loro salde mani. L’ultimo direttore che ho incontrato era un ragazzino nemmeno in grado di fare due conti senza calcolatrice. E’ una questione di passione anche lì. Una volta quei tizi, i parroci, se ne stavano sereni e appoggiati allo schienale della poltrona facendo i conti a voce alta e si vedeva, si capiva, che gli piaceva. Quelli che hanno preso il loro posto sembrano tutti impalati da dietro tanto stanno addosso a quel maledetto terminale.
Aldilà dei numeri, non mi resta quindi che sperare di trovare un sopravvissuto di altri tempi, un di quei parroci al quale comunicare passione e chiedere solidarietà. Vedremo appunto che dirà il destino. Spero solo che nessuno tiri le tende, inizi a fumare delle puzzolenti sigarette e mi punti addosso una lampada.
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